Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi
di Jonathan Safran Foer
pubblicato nel 2019 per Ugo Guanda Editore
Titolo originale:
We are the Weather. Saving the Planet begins at Breakfast
pubblicato nel 2019
Per il Complexity Literacy Meeting Nazionale 2019, Marinella De Simone – Presidente del Complexity Institute – presenta come Lettrice il Libro:
Chi è l'Autore:
Foer è nato a Washington, D.C., figlio di Albert Foer, avvocato e presidente dell’American Antitrust Institute, e di Esther Safran Foer, figlia di sopravvissuti all’olocausto in Polonia, consigliere anziano della storica sinagoga Sixth & I. Ha frequentato la Princeton University, dove gli sono stati assegnati vari premi di scrittura creativa.
Nel 1999 si è spostato in Ucraina per fare ricerche sulla vita di suo nonno. Nonostante non l’avesse programmato, questo viaggio ispirò il suo romanzo d’esordio, intitolato “Ogni cosa è illuminata”, dal quale è stato tratto il film omonimo nel 2005. Grazie a questo libro ha ricevuto il premio National Jewish Book Award e un Guardian First Book Award. Il suo secondo romanzo, pubblicato nel 2005, è “Molto forte, incredibilmente vicino”, dal quale è stato tratto un film che ha riscosso un notevole successo. Foer ha poi scritto “Se niente importa”, in cui descrive l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi, le sofferenze patite dagli animali da macello e la sua decisione di abbracciare il vegetarianismo per rispetto dei diritti degli animali. (da Wikipedia)
Breve descrizione dei contenuti del Libro (dalla bandella laterale):
Qualcuno si ostina a liquidare i cambiamenti climatici come fake news, ma la gran parte di noi è ben consapevole che se non modifichiamo radicalmente le nostre abitudini l’umanità andrà incontro al rischio dell’estinzione di massa. Lo sappiamo, eppure non riusciamo a crederci. E di conseguenza non riusciamo ad agire. Il problema è che l’emergenza ambientale non è una storia facile da raccontare e, soprattutto, non è una buona storia: non spaventa, non affascina, non coinvolge abbastanza da indurci a cambiare la nostra vita. Per questo rimaniamo indifferenti, o paralizzati: la stessa reazione che suscitò Jan Karski, il «testimone inascoltato», quando cercò di svelare l’orrore dell’Olocausto e non fu creduto. In tempo di guerra, veniva chiesto ai cittadini di contribuire allo sforzo bellico: ma qual è il confine tra rinuncia e sacrificio, quando in gioco c’è la nostra sopravvivenza, o la sopravvivenza dei nostri figli? E quali sono le rinunce necessarie, adesso, per salvare un mondo ormai trasformato in una immensa fattoria a cielo aperto?
Nel suo nuovo libro, Jonathan Safran Foer mette in campo tutte le sue risorse di scrittore per raccontare, con straordinario impatto emotivo, la crisi climatica che è anche «crisi della nostra capacità di credere», mescolando in modo originalissimo storie di famiglia, ricordi personali, episodi biblici, dati scientifici rigorosi e suggestioni futuristiche. Un libro unico, che parte dalla volontà di «convincere degli sconosciuti a fare qualcosa» e termina con un messaggio rivolto ai figli, ai quali ciascun genitore – non solo a parole, ma con le proprie scelte – spera di riuscire a insegnare «la differenza tra correre verso la morte, correre per sfuggire alla morte e correre verso la vita».
Ecco perché Marinella De Simone consiglia la lettura di questo libro:
Perché è un libro “speciale”, diverso da quelli che tradizionalmente affrontano, sotto forma di saggi, il tema del cambiamento climatico e degli scenari drammatici che ci attendono. L’Autore riesce a coniugare con maestria i dati scientifici con una scrittura narrativa, che sposta il baricentro dell’analisi dall’esterno all’interno di ognuno di noi ed al modo in cui decidiamo di rapportarci alla vita e alla morte, nostra e degli altri.
I temi angoscianti della crisi in cui siamo immersi e che sta cominciando a manifestarsi con sempre maggiore evidenza non sono solo ambientali ma, soprattutto, umani. Foer si interroga, e ci interroga, sulla nostra inerzia, sulla nostra cecità, sul nostro non voler affrontare problemi che paiono più grandi di noi e che, proprio per questo, non siamo disposti a credere fino in fondo che siano veri. Ci incita, ed incita sé stesso, a cominciare ad agire su ogni fronte possibile per ridurre gli impatti di ciò che attende noi e le generazioni che ci seguiranno. Ed indica una via privilegiata da scegliere (anche se non l’unica, ovviamente), particolarmente potente nell’impatto che potrebbe avere sulla Terra che abitiamo: ridurre il consumo della carne, che innescherebbe riduzioni a catena su diversi piani di criticità con effetti esponenziali di miglioramento. È una scelta che è completamente nelle nostre possibilità, non ci sono scuse a riguardo, se non l’incredulità e la passività che ci spinge a non farlo.
Scarica la scheda del libro “Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi”:
Per approfondimenti:
Leggi l’articolo sull’HuffPost
Guarda la video-intervista a Jonathan Safran Foer al Festivaletteratura 2019:
per informazioni:
complex.institute@gmail.com
Cell. +39-327-3523432
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