Al Caffé degli Esistenzialisti.
Per il Complexity Literacy Meeting Nazionale 2017, Giuseppe Zollo, Docente presso la Complexity Management School e Professore Ordinario di Gestione Aziendale presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale Università degli Studi di Napoli Federico II, presenta come Lettore il Libro:
Al Caffé degli Esistenzialisti.
pubblicato nel 2016 per Fazi Editore
(edizione originale: 2016 per Other Press, London)
CHI E’ L’AUTRICE: SARAH BAKEWELL
Sarak Bakewell ha riconosciuto in sé l’anelito esistenzialista fin da adolescente quando, sedicenne, lesse La nausea. È l’autrice di Montaigne. L’arte di vivere, pubblicato da Fazi Editore nel 2011, vincitore del Duff Cooper Prize per la non-fiction e del National Book Critics Circle Award nella sezione biografia. Attualmente insegna scrittura creativa al Kellogg College, a Oxford.
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Breve descrizione dei contenuti del Libro:
Siamo a cavallo tra il 1932 e il 1933. Al Bec-de-Graz, un caffè di Parigi la cui specialità sono i cocktail all’albicocca, si incontrano tre giovani amici: Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e il loro compagno di scuola Raymond Aron. È lui a introdurre Sartre e la de Beauvoir alla fenomenologia, una nuova corrente di pensiero così radicale che, dice indicando i bicchieri, «Se sei un fenomenologo puoi parlare di questo cocktail ed è filosofia!».
Questa stringata argomentazione dà a Sartre l’ispirazione di cui era in cerca da anni, e gli offre lo spunto per creare la propria filosofia basata sull’esperienza della vita reale, sull’amore e il desiderio, sulla libertà e l’essere, sui caffè e i camerieri, sull’amicizia e il fervore rivoluzionario. Sono idee che ammalieranno Parigi, avranno rapida diffusione in tutto il mondo e lasceranno un marchio indelebile sulla cultura giovanile degli anni Sessanta, dai movimenti per i diritti civili a quelli studenteschi fino alle rivendicazioni del femminismo.
Sarah Bakewell, grazie a uno stile che con la stessa elegante disinvoltura affronta concetti metafisici e aneddotica, dilemmi morali e faide ideologiche, racconta la storia dell’esistenzialismo moderno come un sorprendente e felice incontro di idee, menti e persone.
Al caffè degli esistenzialisti è un viaggio originale in una delle filosofie più affascinanti del XX secolo, abitata da personaggi che hanno impresso una traccia indelebile nella storia del pensiero contemporaneo, da Sartre e la de Beauvoir, “il re e la regina dell’esistenzialismo”, fino ai loro amici e fieri avversari come Camus, Heidegger, Merleau-Ponty e Lévinas. Attraverso l’intreccio di biografia e pensiero, Bakewell ci conduce al cuore di una filosofia talmente influente da aver cambiato letteralmente il corso di numerose vite e che è riuscita ad affrontare la più grande di tutte le questioni: chi siamo e come dovremmo vivere?
Ecco come Giuseppe Zollo indica le possibili declinazioni in ambito sistemico di questo libro:
Leggo sulla bandella del libro: “Sarah Bakewell ha riconosciuto in sé l’anelito esistenzialista fin da adolescente quando, sedicenne, lesse La nausea”. Scatta immediatamente l’effet madeleine di Proust. Anch’io nel 1965 a quindici anni ho letto La nausea di Sartre, Oscar Mondadori n. 3, lire 350, appena uscito in edicola. Immediatamente leggo, rileggo e annoto il libro della Bakewell in un furioso corpo a corpo che dura un mese.
Centrale per gli esistenzialisti è la nozione di libertà. Passato e presente configurano in modo incompleto le condizioni dell’esistenza. L’indeterminatezza genera la libertà che l’individuo usa nelle scelte di ogni giorno per determinare quello che sarà. La libertà dell’esistere ci consegna una responsabilità insopportabile. Comincia così un’avventura intellettuale che oggi è possibile rileggere e comprendere alla luce della Complexity Science.
Ormai siamo vaccinati nei confronti delle angosce esistenziali che hanno turbato due adolescenti. Psicologi, neurologi, scienziati, filosofi e sociologi ci hanno spiegato che la complessità dell’ambiente è sempre eccedente rispetto alle capacità biologiche e culturali utilizzate per decodificare l’esperienza. E che, tuttavia, i processi biologici, culturali e sociali ci hanno dotato di barriere che ci difendono dalla catastrofe della complessità dell’esperienza. Schermi che organizzano e danno forma ai dati dell’esperienza. Ma anche filtrano, selezionano e, sostanzialmente, accecano.
Gli esistenzialisti ci spiegano che il nostro mondo ‘sensato’ è un mondo arbitrario. Risultato di uno scontro tra esigenze conflittuali. E che gli schemi culturali dominanti, che forniscono il senso collettivo dell’esperienza, sono il risultato di una feroce lotta di potere tra gruppi sociali.
Gli esistenzialisti impegnano buona parte delle proprie energie nella demistificazione delle costruzioni sociali che legittimano posizioni di potere che bloccano il cammino degli individui alla piena realizzazione della propria umanità. Emblematica è l’analisi della costruzione sociale del ruolo subalterno della donna – sposa, madre, amante, prostituta – operata da Simone di Beauvoir nel suo “Il secondo sesso”. Significativo è il ruolo di intellettuale di riferimento assunto da Sartre nelle contestazioni parigine del maggio ‘68.
Rileggere l’avventura degli esistenzialisti ci fa scoprire l’origine intellettuale, sociale e politica del pensiero complesso. Ci fornisce gli strumenti per identificare e forare le barriere culturali che ci impediscono di cogliere la ricchezza celata nella complessità dell’esperienza.
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Per approfondimenti:
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Leggi “Il Cocktail Esistenzialista” di John Banville – Il Sole 24 Ore Domenica – clicca qui!
Leggi “Al caffè degli esistenzialisti con Sartre e de Beauvoir” di Stefania D’Amore – Linkiesta – clicca qui!
Leggi “Nessuno va più al caffè con Sartre” di Antonio Gnoli – La Repubblica – clicca qui!
Guarda il video dell’intervista fatta a Simone de Beauvoir nel 1975: